Intervista a Francesco Sanseverino
27 Mag, 2020 - Immortal Section,Interviste
Finalmente dopo anni sono riuscita a fare un’intervista a Francesco Sanseverino, un collega che come me si occupa di un mask making ed effetti speciali. Quando ho aperto il blog già sapevo che lui sarebbe stato uno dei primi a cui avrei chiesto di collaborare per darvi la possibilità di approfondire il nostro ambito sotto occhi diversi dai miei!
- Parlaci di te, degli ultimi progetti a cui stai lavorando e del tuo percorso di studi per arrivare fino a qui come sfx artist.
– Mi presento: mi chiamo Francesco Sanseverino, ho 34 anni e da circa 10 lavoro come make up artist. Sono una persona molto creativa, alle superiori ho frequentato l’istituto d’arte e successivamente l’accademia di belle arti ad indirizzo scenografia. In quel periodo, durante le riprese di un mio cortometraggio, mi sono appassionato al make up prostetico. Ho iniziato da autodidatta, lavorando su progetti indipendenti, grazie ai quali ho potuto fare molta esperienza. Ho aperto anche un canale YouTube dove ho realizzato tanti video tutorial sugli effetti speciali. Negli ultimi quattro anni mi sono dedicato alla creazione di una mia collezione di maschere, diventando anche mask maker. Due anni fa, assieme al mio migliore amico, abbiamo scritto e co-diretto “The jager within”, un cortometraggio thriller/horror, ambientato in una grotta durante una tempesta di neve. In questo progetto ho avuto massima libertà, realizzando diverse creature originali, cercando di innovare la figura del Wendigo. Al momento, il cortometraggio è iscritto a diversi concorsi in tutto il mondo e sarà disponibile su YouTube a fine 2020.
- Per andare più nel particolare vorrei chiederti di uno dei campi in cui sei riuscito ad affermarti, ovvero il mask making. Dicci qualcosa di più sul concept design, sulla storia e la realizzazione di una maschera a cui sei particolarmente legato o che vedi come “pezzo forte” tra quelle prodotte (cosa ti porta a creare una maschera, ispirazioni, influenze, materiali usati, tempi ecc…)
-Sono sempre stato affascinato dalle maschere e mi piace raccontare storie; per me non è solo una questione estetica. Quando creo una maschera, cerco sempre di immaginare il personaggio che la deve indossare e il mondo che lo circonda. In questo modo, la scultura risulta più spontanea, come se prendesse vita ed io riesco a caratterizzarla al meglio. Ad esempio, l’universo dei Pathfinder racconta la storia di un futuro remoto, in cui degli esseri umani nello spazio trovano dei teschi alieni, dalle fattezze umanoidi. Indossandoli come maschere, ottengono la possibilità di vedere oltre la percezione umana e di esplorare i segreti delle profondità dell’Universo. Molti miei lavori sono ispirati alle opere di Lovecraft.
- Credi che in questo periodo di instabilità economica e lavorativa avere un piano B come può essere Etsy convenga? O pensi che sia una piattaforma da utilizzare solamente se si è già entrati a far parte di un certo giro? Penso ai piccoli artisti o agli artisti emergenti che durante l’anno fanno pochi progetti o non trovano impiego nel campo sfx, a loro che strada consiglieresti di intraprendere in un momento così delicato?
-Secondo me, chiunque può vendere su Etsy. Le cose fondamentali sono: avere un buon prodotto, differenziarsi dalla concorrenza e sapersi pubblicizzare bene sui social media.
- Un tema che mi ha sempre affascinato è quello delle fiere, noto che piccole e grandi realtà legate a makeup, cosplay, games ecc danno l’opportunità di esporre. Secondo la tua esperienza personale, credi valga la pena esporsi in questi ambienti ed investire per creare un punto di vendita/vetrina o credi che ci siano modi migliori per vendere e vendersi come professionisti?
– Secondo me, per un artista emergente non conviene investire soldi per creare un punto vendita; è molto meglio aprirsi ai mercati esteri, ad esempio in America sono molto più predisposti all’acquisto di prodotti artistici made in Italy.
- Nomina alcune esperienze (belle o brutte che siano) legate all’ambito e parlaci degli eventi nei quali vorresti esporre o partecipare Personalmente penso che l’IMATS sia una meta ambita da molti e un buon palcoscenico se ben vissuto e sfruttato.
-Ho avuto modo di visitare molte fiere in Italia ed in Europa, sarei molto curioso di visitare il “MonsterPalooza” in America.
- In una nostra conversazione era uscito che l’anno scorso hai curato il makeup per il film italiano “The Nest”. Per prima cosa vorrei farti i complimenti per il bel percorso che stai facendo e per i risultati ottenuti e vorrei chiederti di parlarci un po’ del behind the scenes del film e del makeup. Come è stato lavorare con il regista? Raccontaci del lavoro svolto per portare sul grande schermo questa idea?
-Sono stato contattato da Leonardo Cruciano di “Makinarium“, conosciuto qualche mese prima sul set di un cortometraggio. Sul set di “The Nest” sono stato incaricato di truccare diverse comparse, che avrebbero composto l’orda di infetti. Ho quindi seguito i design realizzati da Leonardo. Era presente anche Troy James, uno stuntman che ha lavorato sul nuovo reboot di “Hellboy “, sul secondo capitolo di “It” e su “Scary stories“. E’ stata veramente una bella esperienza.
- La fotografia e la regia sono ben curati e ne fanno un po’ un “horror d’atmosfera”, pensi che piano piano il cinema italiano si stia trasformando per adeguarsi agli alti standard americani o che non ci sia ancora pieno spazio creativo per gli amanti dell’horror e gli effettisti che lavorano nelle produzioni italiane?
-Credo che negli ultimi anni, le produzioni abbiano dato la possibilità a giovani registi emergenti di lavorare su progetti di genere, come ad esempio “Mine”, “Il racconto dei racconti”, “Il primo re” e molti altri. Sono molto positivo per il futuro!
- Con quali registi o colleghi del campo vorresti lavorare? Hai mai guardato un film o una saga per te leggendaria e ti è capitato di creare concept o lavori che avresti voluto vedere sul grande schermo? Oppure prendi spunto da quel che è stato per creare design da proporre in film indipendenti e progetti più personali? Se ti proponessero ad esempio di entrare nel team di effettisti di un nuovo capitolo di RE o di entrare a far parte di un team per un film altrettanto valido in cui credi (ma con design, ambientazioni e mostri nuovi) cosa sceglieresti?
-Parlando di registi, mi piacerebbe lavorare con Nicolas Winding Refn, George Miller e Damien Chazelle (non ho citato Del Toro perchè risulterebbe scontato). Più che dai film, traggo ispirazione dai videogiochi, dove è presente più libertà di espressione e quindi il concept design risulta molto più intrigante. A riguardo, cito Hidetaka Miyazaki, creatore della famosa saga “Dark Souls” e “Bloodborne“, e ancora Hideo Kojima con il suo ultimo lavoro “Death Stranding“. Molti miei lavori sono ispirati a queste ed altre opere.
Se dovessi citare un film che continua ad ispirarmi, non potrei non citare “Alien“. Per quanto riguarda l’ultima domanda, sceglierei un’opera originale e nuova, per la possibilità di potermi esprimere a 360 gradi e per dare al cinema una ventata di aria fresca!
- Pensi che la tecnologia e gli effetti digitali un giorno rimpiazzeranno del tutto gli effetti prostetici o pensi che ci sarà sempre un posto per il realismo del makeup “toccato con mano”?
-Penso che la mano umana sia e sarà insostituibile. La tecnologia gioca a favore degli effetti speciali, ma molto difficilmente potrà sostituire il makeup prostetico. Il digitale aprirà nuove strade ai registi: ci sarà la possibilità di esplorare nuovi modi per fare cinema.
Qui sopra potete vedere altri due mostri provenienti dall’universo di “The Witcher” e interamente realizzati da Francesco con protesi, props e practical sfx!
- Inoltre pensi che ci sia davvero possibilità di lavoro in Italia per gli effettisti italiani o pensi che sia necessario puntare sempre a progetti stranieri per creare qualcosa di spettacolare che includa mostri o protesi impegnative? In questo momento mi viene in mente “Il Racconto dei Racconti” (Baburka Production) o l’ultimo film su Pinocchio sempre di Garrone (effettista Mark Coulier).
-L’Italia si sta svecchiando e nuovi giovani registi hanno la possibilità di creare un nuovo cinema. Indubbiamente lavorare qui ha pro e contro, così come decidere di lavorare all’estero. Lavorare su molti set differenti apre sicuramente molte possibilità per il futuro.
- Hai consigli per chi si sta approcciando al mondo degli effetti speciali? Il duro lavoro dovrebbe pagare sempre ma a volte non basta quindi delle tips da parte di un professionista sono sempre utili! Penso a chi esce da accademie, corsi o esperienze brevi e non sa come emergere o proporsi per nuovi lavori, anche piccoli. Fare da spalla ad un artista già affermato, crearsi una particolare identità artistica, proporsi per cortometraggi e progetti secondari è utile ma pensi sia solo questione di tempo e hard working o pensi che ci siano delle strategie da seguire per non perdersi tra “i tanti” del mestiere?
-Per prima cosa bisogna fare tanta pratica e sviluppare il proprio stile personale, grazie al quale si diventa riconoscibili. Do molta importanza ai progetti personali ed alla costruzione di un buon portfolio con lavori (e foto) di qualità, indispensabile per iniziare a lavorare. Le strade sono molte, bisogna focalizzarsi sulle proprie abilità e sui propri talenti, cosi da concentrare le energie e non perdere tempo prezioso.
Parlando di registi… Io ho il “feticcio” e un amore incondizionato verso Del Toro. Sono cresciuta con Hellboy, Il labirinto del Fauno e i film di questo tipo usciti tra il 2006/2007 mi hanno influenzato molto facendomi realizzare che produrre mostri sarebbe stata la cosa che avrei voluto fare. Trovo che Del Toro sia un genio e un regista molto bravo non solo per le impostazioni che dà ai suoi film piuttosto che alle chiavi di lettura che nasconde tra le righe ma anche per la sua grande vicinanza a tutto ciò che è makeup. Credo sia unico nel suo genere, anche per la padronanza e la bravura che ha nel saper dirigere il “linguaggio prostetico” in un film. Alcuni registi sono particolarmente vicini al digitale e alla post produzione, sanno ben gestire il lato computerizzato ma non altrettanto qualcosa di fisico.
- Cosa ne pensi del largo impiego di visual effects al giorno d’oggi? Perchè pensi che alcuni registi, indipendentemente dalle radici e dal contesto da cui derivano, scelgano di optare per un film in full digital piuttosto che portare la realtà delle protesi? Hanno solo “paura” di rapportarsi con gli sfx perchè non in grado di gestirli al meglio o c’è altro? (D’altronde un film in full digital costa molto di più e rischia a volte di sembrare abbastanza slegato dalla realtà e di scivolare nel fake più assoluto).
-Tutto dipende dalle competenze del regista. Alcuni hanno più dimestichezza con il digitale e riescono a lavorare e a comunicare meglio grazie ad esso. Non lo considero un pro o un contro, se il film è bello e la storia funziona, non vedo il digitale come un difetto. Personalmente, sono più legato alla materia ed alla manualità, quindi mi troverei in difficoltà con il digitale; allo stesso tempo mi rendo conto che è molto utile.
- Sicuramente anche tu in questi giorni o nel tempo libero strizzi l’occhio a Netflix… Hai una particolare serie tv o film della quale ti piacerebbe curare gli sfx di makeup? Non so se sei più tipo da splatter o da horror soprannaturale ma se dovessi cogliere l’occasione ti piacerebbe di più lavorare in un progetto che comprenda mostri e character design spettacolari alla Guillermo Del Toro o che comprenda protesi molto realistiche, riproduzioni anatomiche e sanguinolente?
-Nell’ultimo periodo mi sono dedicato alla scultura ed a nuovi progetti, non ho avuto molto tempo da dedicare a Netflix. Ad essere sincero preferisco i film di fantascienza e penso che un buon mix tra concept design e realismo sia fondamentale. Mi piacerebbe avere la possibilità di creare una bella creatura aliena!
- Ultima domanda per salutarci! Pensi di tenere corsi o workshop più avanti, o per ora ti dedichi al lavoro in laboratorio e pensi all’insegnamento come ad un piano B?
-Sto lavorando ad un progetto di videocorsi online, presto fruibile sulla piattaforma italiana “Docety“. Per chi invece volesse fare un corso dal vivo, sapendolo con anticipo, sono disponibile ad organizzarlo presso la mia sede, one to one o anche con più persone. Grazie per l’intervista e un saluto agli amici di Immortal production!
Tag: cinema effettispeciali effettistiitaliani francescosanseverino hellboy horrormovie interview makeup makinarium maskmaker movie SFX thenest thewitcher
Intervista spettacolare!! Bravissima!!!! Lui e un mito 😍